La casa editrice Atanòr di Roma ha da poche settimane dato alle stampe il libro “Le colonne del Tempio – Principi e Dottrina della Massoneria”, di Mariano Bianca.
Mariano Bianca è professore ordinario di Filosofia teorica all’Università di Siena dove insegna Filosofia Teoretica e Filosofia della mente; dirige inoltre il dipartimento di scienze storico-sociali, filosofiche e della formazione del medesimo ateneo.
La sua formazione accademica si è svolta per alcuni anni negli Stati Uniti, dove ha svolto ricerca in Intelligenza artificiale e simulazione biologica, conseguendo il Master of Sciences in Computer and Communication Sciences presso la University of Michigan.
Massone della Loggia Cavour n. 733 all’Oriente di Firenze, il Fratello Bianca ha all’attivo numerose pubblicazioni, sia in ambito profano sia in ambito massonico-esoterico. Fra le pubblicazioni a carattere spiccatamente accademico ricordiamo, per le edizioni Franco Angeli, “Rappresentazioni mentali e conoscenza” (2005), “La mente immaginale” (2009), “Etica, eugenica e sviluppo della specie umana” (2011), “La propria mente e il sé, per i tipi della Mimesis edizioni (2014). Fra le pubblicazioni a carattere massonico-esoterico spiccano “L’oltre e l’invisibile – Meditazioni iniziatiche” (2002), per la casa editrice Atanòr, e il presente libro “Le colonne del Tempio”, sempre per Atanòr, di cui il professor Bianca è direttore editoriale.
Dopo aver letto il libro “Le colonne del Tempio”, abbiamo deciso di porgere alcune domande al Fratello Bianca proprio in merito agli argomenti affrontati nel volume.
Il libro in oggetto servirà anche da spunto per una Tavola architettonica che il Fratello Bianca scolpirà giovedì 29 gennaio presso la sede della Loggia Acacia Magistri Cumacini n. 1190 all’Oriente di Como, avendo egli accettato l’invito che la nostra Loggia, a nome del suo Maestro Venerabile, gli ha rivolto.
Professor Bianca, grazie per aver accettato con grande disponibilità il nostro invito presso la nostra Loggia e per la sua gentilezza nel rispondere ad alcune domande in merito alla sua ultima fatica letteraria, il presente “Le colonne del Tempio – Principi e Dottrina della Massoneria”. All’inizio del suo volume lei parla della presenza, fondamentale, del sacro all’interno delle dottrine esoteriche, facendo una distinzione fra “sacro/divino” e sacro/valoriale” o “mondano”. Queste due concezioni, lei scrive, non sono conflittuali ma sono presenti, in modo complementare oppure alternativo, nelle dottrine esoteriche. Può spiegarci che cosa comporta, da un punto di vista esoterico e metafisico, la presenza del sacro/divino piuttosto che del sacro/valoriale?
Nelle diverse dottrine esoteriche il sacro è riferito sia al divino sia al mondo umano: il sacro/divino è identificato con qualche divinità, mentre il sacro/valoriale è considerato come l’insieme di quei valori reputati supremi e fondanti di una comunità. Il sacro/divino si esplica in una teologia e in una metafisica teologica e in diverse pratiche religiose. Il sacro/valoriale, invece, si esplica in una metafisica non teologica e in diverse concezioni etiche, psicologiche, antropologiche, politiche e sociali.
Da questa distinzione deriva la diversa accentuazione delle vie esoteriche: le une mirate al raggiungimento del divino, le altre a una condizione psichica che mira a un perfezionamento etico, psichico, spirituale e conoscitivo.
La presenza del sacro/divino all’interno delle vie esoteriche fa sì che il percorso iniziatico sia mirato a far sì che l’uomo possa, in qualche modo, raggiungere una condizione spirituale analoga a quella propria del divino: in molti casi questi esoterismi ha una forte base religiosa e si presentano come vie esoteriche all’interno di un percorso religioso.
Le diverse vie esoteriche del passato hanno incluso i due tipi di sacro, anche se si sono distinte dalle pratiche religiose perché la loro attenzione era rivolta a un perfezionamento degli iniziati e non a pratiche di devozione.
Il sacro/valoriale di per sé non esclude quello divino, anche se accentua l’attenzione sul perfezionamento iniziatico riferito alle condizioni psichiche ed esistenziali del singolo uomo.
Nel suo libro lei sottolinea più volte l’importanza che la via iniziatica, soprattutto massonica, comporta, oltre che sotto il profilo gnosico e simbolico, a livello di modificazione psichica ed etica. Può spiegarci in che cosa consiste questa modificazione psichica che l’iniziato si trova ad affrontare, rispetto allo stato di “agnosia” profana?
La via massonica è una via iniziatico-esoterica, che si fonda sul sacro/valoriale anche se non esclude, come accade in Massoneria, l’esistenza di un Essere Supremo pur senza pratiche devozionali. Tale via è rivolta a un miglioramento sia del singolo uomo sia dell’intera umanità. Il perfezionamento iniziatico è rivolto in tre direzioni: a) un perfezionamento spirituale che consiste nel predisporre obiettivi della propria esistenza che si allontanano da quelli strettamente materiali e mondani, pur non escludendoli; b) un perfezionamento etico, cioè far sì che ogni iniziato agisca sempre e in tutte le condizioni in base ai valori etici che accetta o che sono accettati dalla comunità o cui vive; c) un perfezionamento gnosico: tale obiettivo è quello che si prefigge di arricchire la propria conoscenza di se, degli altri e del mondo.
Tale conoscenza è diversa da quella ordinaria di tutti i giorni e da quella scientifica. Essa non intende fornire spiegazioni dei fenomeni naturali, ma è rivolta alla ricerca delle ragioni ultime del loro accadere, a comprendere l’essenza di ogni cosa incluso l’uomo e a dare senso alla vita di ogni uomo. Si tratta di una conoscenza metafisica dell’essenziale e quindi di ciò che non è percepibile dai sensi.
Se si persegue la via iniziatica del perfezionamento nei tre sensi indicati, allora la vita individuale si presenta come una fatica e una continua battaglia che ogni iniziato deve combattere nel mondo e ancor più con ed entro se stesso: l’iniziato in tal senso è un guerriero che deve continuamente superare quello che è per essere qualcosa di diverso, qualcosa che non sa cosa sia sin tanto che lo ha raggiunto. L’ignoranza è il primo grande tormento da superare ma superare i tormenti significa sempre lottare con se stessi e con il mondo. Per questo, la via iniziatica non è facile e l’impegno deve essere continuo anche se porta a conflitti interiori, ma è proprio con il loro superamento che si può continuare il cammino.
L’esoterismo massonico si caratterizza anche per la sua dimensione “sociale”, rivolta al “bene comune” e al miglioramento dell’umanità, a differenza per esempio di altre vie iniziatiche che non prendono in considerazione o trascurano questo specifico aspetto. Significa che la natura della dottrina massonica è duplice, cioè esoterica ma anche sociale e che senza l’uno o l’altro di questi due aspetti essa sarebbe di fatto menomata?
La via esoterica della Massoneria si distingue da ogni altra via esoterica, attuale o del passato, perché non è incentrata solo sulla condizione del singolo uomo ma anche su quella dell’intera famiglia umana. In tutte le diverse concezioni esoteriche, la via iniziatica è rivolta alla salvezza e al benessere individuale (il perfezionamento, psichico, etico e conoscitivo); anche in Massoneria il bene, il perfezionamento e la salvezza individuale si svolgono entro l’interiorità di ogni uomo e sono a suo beneficio, ma al contempo, da un lato, il perfezionamento si attua entro una comunità iniziatica e, dall’altro, esso è considerato come una fattore fondamentale per cooperare al benessere dell’intera famiglia umana.
Si leviga la pietra per migliorare se stessi e così contribuire anche al bene dell’intera famiglia umana. Quello della Massoneria è un esoterismo diverso dagli altri perché porta con sé una concezione dell’uomo, dell’umanità e del bene comune (una dottrina antropologico-sociale): un esoterismo che è tutt’uno con una dottrina sociale e così lo distingue da ogni altra forma di esoterismo attuale o del passato. Per questo in Massoneria il piano strettamente esoterico è inscindibile da quello antropologico-sociale: il Massone iniziato non vive solo per se stesso ma entro un piano che coinvolge il suo essere nel mondo sociale in modo attivo al fine di contribuire al bene comune.
Come messo in evidenza da altri esoteristi del passato, anche lei fissa una distinzione fondamentale, che ci sembra di estremo interesse, fra l’iniziato e il mistico. Ci sembra di capire che per lei il mistico opera, di fatto, in senso “egoistico”, avendo come interlocutore il “deserto”, mentre l’iniziato, accanto alla sfera esoterica e metafisica individuale, opera in comunione con gli altri essere umani, iniziati come lui o profani, per migliorare la società in cui vive e per elevare l’intera umanità. Questa sintesi è corretta? Può approfondire la differenza fra iniziazione e mistica religiosa?
Indubbiamente la via iniziatico-esoterica massonica non è una via mistica che ritiene si possa raggiungere un’intima unione spirituale con il Divino. Il Massone non tende a questa unione né al contempo si allontana dal mondo. Egli non solo persegue la via in una comunità iniziatica ed è rivolto la bene comune della famiglia massonica e dell’intera umanità, ma non nega in alcun modo il mondo materiale e profano; egli tende a superare le condizioni profane per potersi migliorare, ma ciò non significa negare il mondo e disprezzarlo; al contrario il Massone ama il mondo, ma allo stesso tempo ritiene che vi siano dimensioni diverse da quelle del mondo materiale.
I metalli si devono mettere tra parentesi, ma ciò non significa disprezzarli negarli, ma assegnare loro il giusto significato ritenendo che ci siano altre dimensioni della vita umana. Il Massone quindi non si allontana misticamente dal mondo, ma vive entro il mondo apprezzando molti dei suoi aspetti, negandone alcuni e superandone altri e confrontandosi sempre con se stesso, il mondo e gli altri: per questo la via Massonica non è semplice ed è più complessa di quella del mistico.
L’iniziazione massonica, per questo è ben diversa dalla mistica religiosa: essa non è fondata su dogmi, non intende disprezzare e negare il mondo, né intende allontanarsi dal mondo mirando ad una unione diretta con ilo divino; essa è una via che intende liberare l’intelletto da qualsiasi vincolo e al contempo vivere nel mondo e porsi altresì in una dimensione che volge lo sguardo oltre il mondo: verso l’oltre e l’invisibile.
Esaminando i “dodici tormenti che l’iniziato si trova a dover affrontare durante la lunga strada che porta al perfezionamento interiore, lei pone in luce una significativa concordanza fra il Corpus Hermeticum e le Costituzioni di Anderson. In che cosa consiste tale concordanza? Essa è fortuita oppure fa parte di un continuum esoterico, ciò che lei chiama “reticolo esoterico”, che dall’antichità conduce fino alle Costituzioni del pastore Anderson?
La dottrina esoterica della Massoneria si rifà per molti aspetti alle diverse tradizioni iniziatico-esoteriche a partire da quelle degli Antichi Misteri sino ai testi del Corpus Hermeticum risalenti al II/III secolo dopo cristo ed attributi alla figura mitica di Ermete Trismegisto. Alla fondazione della Gran Loggia Unita d’Inghilterra nel giorno di San Giovanni del 1721 parteciparono alcuni esponenti di Logge Massoniche che erano studiosi del neo-platonismo e dei testi ermetici. Per questo, nella stesura delle Costituzioni di Anderson, nonché negli Antichi Doveri e in altri testi successivi, sono presenti alcuni concetti propri della tradizione esoterica ed ermetica in particolare.
Nei testi ermetici sono considerati diversi aspetti della rigenerazione che riguardano la concezione e la descrizione di quello che è chiamato l’uomo nuovo; al contempo, è precisato il modo in cui accedere alla condizione di rigenerazione: la negazione dei dodici vizi attraverso le dieci Potenze o Forze. Si tratta di indicazioni che, sebbene all’interno di una concezione diversa dell’uomo, del mondo e del divino, sono analoghe a quelle presenti negli Antichi Doveri e nelle Costituzioni di Anderson.
La lettura degli Antichi Doveri permette di sottolineare la concordanza di intenti, anche se non alla lettera, tra gli insegnamenti di Ermete Trismegisto e quei principi che sono il fondamento della Massoneria e guida per ogni massone nel Tempio e nel mondo profano. Gli Antichi Doveri sono dedicati alla precisazione dei caratteri della condotta nel lavoro rituale e al comportamento dei Liberi Muratori nel Tempio, con i fratelli e nel mondo profano. Anche gli Antichi Doveri, come nelle parole del Corpus Hermeticum, essere iniziati significa annullare i tormenti (vizi e passioni) che derivano dalla natura corporea dell’uomo.
Si tratta di una continuità iniziatica e non di una fortuita coincidenza: come Il Corpus Hermeticum si poneva come una guida per gli iniziati, coì Antichi Doveri e Costituzioni indicano come poter intraprendere una cammino iniziatico fondato sul perfezionamento interiore e sulla pratica dell’Arte che non è altro che la dottrina esoterica massonica che ha ripreso concetti e idee dalla diverse tradizioni esoteriche del passato, quali l’ermetismo, la Gnosi o la Kabala.
Nel suo libro la presenza del Corpus Hermeticum, e della figura di Ermete Trismegisto, è centrale, sia per quanto riguarda l’aspetto che chiameremmo “filologico” delle origini della Massoneria, sia per quanto riguarda l’aspetto del perfezionamento etico e psichico dell’iniziato. Accanto ad Ermete spicca la figura di Prometeo. Come si inquadrano questi due simboli nella storia della Massoneria e nell’attualità massonica dei giorni nostri?
Come è noto, Prometeo ha rubato il fuoco agli dei e lo ha riconsegnato agli uomini; in realtà, gli uomini possedevano il fuoco prima che gli venisse tolto da Zeus.
Il fuoco è simbolo di molti aspetti della vita e del mondo ma, soprattutto, sta a indicare la luce della saggezza e, al contempo, la forza di modificare il mondo. Ogni uomo e, in particolare, ogni massone possiede non soltanto quella che si indica con il termine luce, ma qualcosa di più, la forza, l’energia che permette di conoscere se stessi e di modificare concretamente il proprio sé e il mondo. Gli uomini possiedono sin dall’origine questa forza cosmica che li pone nella condizione di poter modificare profondamente la materia e di modellarla secondo i loro intendimenti.
Il fuoco, però, non è solo questa saggezza, infatti Prometeo era il conoscitore delle arti e, in questo senso, è una figura solare che indica agli uomini la possibilità di manipolare la materia. La modificazione e la trasformazione non si riferisce solo alla materia del mondo esterno, alla natura, ma anche alla propria materia, cioè a ciò che costituisce ogni uomo non solo come corpo, bensì come soggetto mentale che può oltrepassare il sensibile e rivolgersi all’oltre e all’invisibile.
La modificazione cui allude Prometeo, quindi, è anche quella psichica e gnosica per la quale è necessario un fuoco, cioè un’energia che permette di trasformarsi come afferma l’alchimia speculativa. Un significato, in tal senso, che non è molto differente da quello che indica Ermete Trismegisto. Il fuoco non è energia bruta, ma guidata dalla conoscenza, per questo l’uomo è co-creatore del cosmo in senso materiale e simbolico; ciò per i massoni significa operare per modificare se stessi e così modificare anche il mondo.
Il fuoco non è soltanto forza e energia creatrice ma forza guidata da una saggezza, e così Prometeo si correla direttamente a Ermete Trismegisto. Tuttavia, a differenza di Trismegisto, Prometeo nel suo significato primario è il simbolo della techne, della scienza che permette all’uomo di modificare il mondo naturale. Prometeo è, quindi, il simbolo dell’homo faber, del costruttore: non solo il costruttore di se stesso nel senso sapienziale ermetico, ma anche in quello di colui che si adopera per costruire il mondo degli umani; una funzione questa che è fondamentale per i massoni. Il massone ritiene di essere un homo faber, non soltanto perché i lavori muratori sono lavori architettonici, cioè pensati e disegnati, ma perché sono mirati a modificare materialmente qualcosa, non soltanto la propria psiche in senso esoterico. Prometeo può così essere presente nel Tempio per segnalare che uno degli obiettivi della Massoneria è quello di costruire il mondo degli uomini: costruirlo concretamente anche con tutte quelle opere, dalla scienza, alla tecnica e all’architettura, che i massoni hanno fatto e fanno per modificare la condizione dell’uomo e della società umana.
Nell’ultimo capitolo del libro lei parla dei principi etici e della dottrina sociale della Massoneria. Può spiegarci come, nella società attuale, lacerata da gravissime crisi economiche, culturali e antropologiche, la dottrina massonica può essere di aiuto per la rigenerazione dell’uomo e dell’umanità?
La Massoneria, a partire dalla nascita in età moderna, ha fornito sempre un grande contributo per il progresso dell’Umanità. I singoli Massoni si sono adoperati per il bene comune testimoniando con le loro opere i valori e gli ideali della Massoneria. Anche in quest’epoca la Massoneria può contribuire al progresso dell’umanità lo stesso atteggiamento di testimonianza: ogni Massone con la sua preparazione in Loggia e con la conoscenza dell’etica e della Dottrina sociale della Massoneria può adoperarsi per applicare alle condizioni attuali i principi, gli ideali e i valori massonici. Ciò significa anche diffondere un atteggiamento spirituale che non nega le condizioni materiali ma che sollecitare ogni uomo a vivere appieno la sua dimensione psichica.
In altri termini, ciò significare rivisitare ed applicare al mondo attuale quei principi che sin dalle origini hanno fondato la Massoneria: primo fra tutti l’ideale del Bene Comune, della solidarietà, della fratellanza, della tolleranza. L’analisi delle condizioni dell’umanità attuale permette di capire che v’è ancora bisogno della Massoneria: si pensi solo ai conflitti e all’intolleranza religiosa, alle diverse forme di discriminazione, alla corruzione, alla concezione strettamente materiale della vita, alla diffusa povertà e ancor più al dilagare di conflitti armati in diverse parti del mondo.
La Massoneria non solo può ma deve adoperarsi nel mondo, anche con massoni che entrano in politica per dare il loro contributo al bene comune.