Maestro Venerabile, Fr∴ tutti,
Il Sole riveste un significato molto importante nella Massoneria azzurra. Esso è posto, assieme alla sua dualità polare, la Luna, a Oriente, ed è presente anche nel Quadro di Loggia. Il Sole si trova alla destra del Maestro Venerabile, la Luna a sinistra.Il suo moto scandisce i lavori in Loggia poiché sia il Primo Sorvegliante sia il Secondo Sorvegliante compiono il proprio dovere avendo come riferimento esattamente il Sole. Il dovere del Secondo Sorvegliante è, infatti, “stando a Meridione, osservare il Sole al suo Meridiano, chiamare i Fratelli dal Lavoro alla Ricreazione e dalla Ricreazione al Lavoro”.
Il Primo Sorvegliante, analogamente, ha il compito, “stando a Occidente, di osservare il corso del Sole e di chiudere il Tempio secondo l’ordine del Maestro Venerabile, dopo aver accertato che ogni Operaio abbia avuto ciò che gli è dovuto”.
Allo stesso modo, come il Sole illumina la Terra, così il Maestro Venerabile irradia la sua saggezza muratoria istruendo tutti i Fratelli del Tempio. L’importanza della luce che il Sole emana è testimoniata anche dal rituale d’iniziazione, durante il quale il profano, non ancora Fratello, anela ardentemente a quella Luce Massonica che gli sarà donata solo dopo aver superato le prove prestabilite. E tuttavia, anche dopo essere stato iniziato, la sua collocazione nella Colonna del Settentrione, posta in penombra, assieme agli altri Apprendisti, simboleggerà la sua condizione di neofita, non ancora maturo per essere completamente illuminato (nel vero significato del termine).
Il Sole è anche generatore di luce e di calore, quindi di vita. Senza la sua esistenza, ogni forma vivente sulla Terra scomparirebbe. Non deve quindi destare stupore se per millenni la maggior parte delle culture umane abbia venerato il Sole come una divinità dispensatrice di vita, contrapposto alla debole luce lunare, troppo tenue e pallida per assolvere alle stesse funzioni dell’Astro solare.
La cosiddetta “religione solare” è antica quanto l’uomo. Ve ne sono tracce fin dalle epoche più remote. Nemico delle tenebre e quindi della morte, il Sole rappresenta non solo la vita ma anche la rinascita, della natura e dell’uomo stesso. Rinascita della natura durante la primavera, quando il freddo e il buio lasciano spazio al calore e alla luce, rinascita dell’uomo quando il gelo e le tenebre dell’ignoranza profana si dissolvono grazie all’irrompere della luce iniziatica.
Nel momento in cui il profano abbandona il suo mondo precedente e abbraccia la Luce Massonica, egli rinasce a sé stesso, non solo simbolicamente ma realmente, cioè psichicamente e spiritualmente. Egli è dunque “uomo nuovo”, o “Uomo di Luce” nel significato più autentico del linguaggio simbolico e iniziatico. Le grandi civiltà antiche conoscevano perfettamente questa “trasformazione” e la celebravano ritualmente nei rispettivi culti. Dall’Egitto alla Grecia, dalla Cina all’India e fino a Roma antica, il culto solare, personificato o astrattamente inteso, ha attraversato popoli, culture e civiltà le più diverse fra loro, ma in modo coerente e con un simbolismo univoco.
Surya in India, Apollo in Grecia, Aton in Egitto, Tonatiuh per gli Aztechi, il “dio Sole” ha attraversato le epoche, in molti casi sul suo Carro Celeste, come è stato spesso raffigurato, dispensando vita, vincendo le tenebre, sconfiggendo la morte. La sua luce, tuttavia, non può essere accessibile a tutti nella stessa misura. Come nella realtà fisica un’esposizione eccessivamente prolungata o troppo ravvicinata alla luce solare può causare seri danni alla vista, fino ad accecare in modo definitivo, così, simbolicamente, la Luce iniziatica deve essere graduata e commisurata all’effettiva capacità di ricezione dell’iniziato. Ben lo sapevano grandi Sapienti e Iniziati dell’antichità come per esempio Orfeo, Pitagora, Mitra, Rama, Platone, che istituirono lunghe e gravose prove lungo il cammino del profano che intendeva accedere alla Verità Ultima rappresentata dai culti misterici.
Sottoporre alla Luce iniziatica, in modo indiscriminato, tutti indistintamente, significa da una parte “tradire” quella lunga “catena” sapienziale e iniziatica che da tempo immemore viene trasmessa a prezzo di grandi fatiche e sacrifici (gli stessi che nel corso del tempo sono stati poi istituzionalizzati in vere e proprie prove iniziatiche che il profano deve superare) e dall’altra significa provocare un evento traumatico con il rischio di suscitare una violenta reazione avversa.
Esattamente ciò che successe quando il faraone egizio Akhenaton, incurante degli avvertimenti dei sacerdoti del suo tempo, severi custodi della dimensione misteriosofica e iniziatica della religione egizia, sostituì il politeismo egizio con il culto monoteistico del “Disco solare”, ordinando di abbattere e di distruggere i vecchi templi e gli antichi idoli e di perseguitare chiunque si fosse rifiutato di abiurare la vecchia religione per abbracciare il nuovo culto. La reazione del popolo, davanti a uno shock culturale di quella portata, fu violenta e su Akhenaton, dopo la sua morte, calò l’oblio più assoluto, una “damnatio memoriae” che si protrasse per i secoli a venire.
Tralasciando in questa sede l’aspetto storiografico, che cosa ci comunica, da un punto di vista simbolico ed esoterico, questo avvenimento? L’errore di Akhenaton fu quello di svelare a tutto il popolo le verità ultime del culto misteriosofico egizio: che cioè gli dèi erano raffigurazioni immaginarie e che esisteva un’unica divinità primigenia. Ma questa conoscenza era stata, in tutte le epoche e in tutte le culture prima di allora, debitamente “velata” da opportuni accorgimenti, perché in grado di essere recepita solo da una ristretta cerchia di iniziati, essendo la Luce emanante da una simile Verità troppo intensa e accecante per molti profani.
Ogni religione ha una sua dimensione exoterica e una esoterica. Confondere i due piani o, peggio, fonderli come fossero la stessa cosa, è un atto che non è mai privo di conseguenze. La Luce iniziatica può illuminare ma può anche accecare e far impazzire gli incauti che osassero avvicinarsi a essa senza aver maturato una consapevolezza specifica, magari dopo aver superato lunghe ed estenuanti prove iniziatiche, come avveniva nell’antichità, Egitto compreso.
Da ciò si comprende che non è mai esistita né mai potrà esistere una iniziazione di massa, contraddizione in termini di un dominio che è riservato, per forza di cose, a una ristretta cerchia di iniziati. L’iniziazione è sempre un processo individuale: tutti i tentativi di contraddire questa regola si sono rivelati disastrosi e forieri di sciagure. Voler agire diversamente significa inoltre fare violenza, e della più crudele: esattamente come, senza filtri né precauzioni, rivelare a un profano la natura effimera ed exoterica della religione che professa, svelandogli in modo brutale una dimensione, quella esoterica, che egli non avrebbe mai immaginato esistesse e a cui mai si sarebbe altrimenti avvicinato.
Per riprendere la simbologia del Sole, possiamo considerare le molteplici sensibilità spirituali delle diverse civiltà come tanti raggi solari: ipotizzare di enumerarli sarebbe puerile, oltre che impossibile. Come i raggi del Sole assumono forme, intensità e sfumature diverse ma originano da un unico punto, cioè l’astro solare, così le molte concezioni spirituali dell’uomo, pur in apparenza tanto differenti e distanti, promanano da un’unica origine primordiale. I profani lo ignorano, gli iniziati lo sanno.
Maestro Venerabile, Fratelli tutti,
Ho detto.
D ∴ G ∴