L’etimologia del termine Diacono deriva dal greco e significa stare al servizio, fare da ministro, servire. Scorrendo qualche libro di storia si osserva come il Diacono non sia una figura prettamente della Nostra Istituzione ma è presente anche nella Chiesa Greca primitiva, dove i Diaconi erano i portieri e anche nelle costituzioni apostoliche, nelle quali al Diacono veniva ordinato di stare in piedi, di fronte alla porta degli uomini per assicurarsi che nessuno entrasse od uscisse durante le oblazioni.
Nella Chiesa Cattolica, fin dalle origini, il Diacono è uno dei gradi dell’ Ordine Sacro ed è considerato il primo grado nel cammino del sacerdozio ministeriale. In passato, il Diacono era anche un ufficiale di un Consiglio di Cavalieri del Santo Sepolcro, o Cavalieri Templari mentre in Massoneria, l’ufficio del Diacono sembra essere derivato dalla Chiesa nascente, di cui conserva alcuni caratteri. E’, infatti, uno dei primi uffici che vengono affidati all’iniziato. In una Loggia simbolica, sono previsti un Primo ed un Secondo Diacono, in qualità di ufficiali di rango inferiore.
Il Primo Diacono è nominato direttamente dal Maestro Venerabile, mentre il Secondo Diacono è nominato dal Primo Sorvegliante. Sono, entrambi, muniti di verga, detta misura, asta di legno a sezione quadra, lunga 24 pollici, che ricorda il caduceo di Hermes il Dio alato, messaggero degli Dei. La misura viene tenuta con la mano sinistra che, in posizione seduta, poggia sul femore sinistro.
Alcune difficoltà nelle quale ci si può imbattere in un primo approccio con l’Istituzione è il considerare la ritualità massonica un semplice insieme di atti e di formule. Non è così. La ritualità ha un suo significato profondo che si esprime attraverso il suo carattere simbolico. In Massoneria, il simbolo ha valore assoluto, non tanto il segno in sé, ma il suo significato. Il simbolo ha valore pregnante, esprime verità comuni a tutti gli uomini, si pone in una dimensione cosmica, è la vera ed unica espressione della universalità.
E’ attraverso il simbolismo del Rito Massonico che si sviluppa quella magica unione di spiriti che gli iniziati avvertono, quando si riuniscono ritualmente. In Massoneria, il simbolo assume davvero il suo significato più letterale, di unione, essendo nel contempo, riassuntivo ed evocatorio. Ma cosa rappresentato i due Diaconi?
Possiamo dire che per quando riguarda il Primo Diacono, rappresenta la Ragione, mentre il Secondo Diacono, il Desiderio, in un contesto in cui il Maestro Venerabile simboleggia la Saggezza, il Primo Sorvegliante la Forza, il Secondo Sorvegliante la Bellezza, il Copritore Interno il Cervello, il Copritore Esterno il Corpo Fisico.
In una Loggia simbolica, pertanto, sono presenti tre principi statici, ovvero il Maestro Venerabile, il Primo ed il Secondo Sorvegliante. A questi corrispondono tre principi dinamici, ovvero il Primo ed il Secondo Diacono ed il Copritore Interno. Questi sei principi interagiscono tra loro e l’Energia, che si origina sempre dalla Saggezza (Maestro Venerabile), attraverso la Ragione (Primo Diacono) si trasmuta nella Volontà (Primo Sorvegliante) che a sua volta, si trasmette, tramite il Desiderio (Secondo Diacono), alla Mente Superiore (Secondo Sorvegliante) e, da questa, alla Mente Inferiore, o Cervello (Copritore Interno), fino a riversarsi nel Corpo Fisico (Copritore Esterno) con il quale si materializza per poi ritornare, progressivamente smaterializzandosi, al suo centro di origine, in un continuo pulsare, come le onde del mare, nel loro perenne andare e venire.
Ciò, in alcuni, può far venire alla mente la continua trasformazione dell’energia in materia, e viceversa, secondo l’ormai famosa formula, E= MC2; oppure, per i molti medici tra Noi, il costante battito (sistole/diastole) del cuore pulsante della Vita. Ma tramutando la filosofia in atto pratico, il compito attivo del Primo Diacono è quello di costituire un tramite di comunicazione tra il M.V. ed i due Sorveglianti mentre per il Secondo Diacono la comunicazione tra i due Sorveglianti. Ma perché ricorrere a dei tramiti di comunicazione tra le Tre Luci? A che pro? I Liberi Muratori si incontrano come una Loggia, per edificare il Tempio. Per farlo, ogni addetto ha dei compiti specifici che gli vengono assegnati all’interno di un mondo perfettamente organizzato, dove tutto deve svolgersi alla perfezione ed in modo celere, senza intoppi, dato che l’ambiente è ricco di insidie.
A dirigere il tutto, provvede il Maestro Venerabile, che ha l’assoluta responsabilità della progettazione e dello svolgimento dei lavori, mentre i due Sorveglianti nelle rispettive Colonne, devono vigilare che tutto si svolga nel migliore dei modi. Il lavoro, una volta iniziato, si sviluppa in modo pressante, frenetico; è naturale che i Sorveglianti chiedano consiglio, di tanto in tanto, secondo le necessità, al Maestro Venerabile e che questi debba dare degli ordini, ma la laboriosa confusione che domina nel cantiere in attività nella frenesia del lavoro, rende difficile richiamare l’attenzione delle tre Luci tra loro, per cui essi ricorrono al battito del maglietto, per richiamarsi l’un l’altra.
Quando si rendono necessarie comunicazioni più articolate, ecco intervenire i due Diaconi, che trasferiscono messaggi dall’una all’altra delle tre Luci. Accanto alla funzione principale di mandatari degli Ufficiali che li hanno nominati, i Diaconi avrebbero il compito di introdurre i visitatori in Loggia. A loro, inoltre, spetterebbe il compito di gestire le colonnine mobili sugli scranni delle tre Luci, durante l’apertura, la chiusura e la ricreazione dai lavori rituali e la sorveglianza generale della sicurezza della Loggia.
Ho detto.
D ∴ B ∴